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Il progetto “Orme d’Ombra” fa tappa a Cabras

Scuole e territorio insieme contro la violenza sulle donne.

Data :

11 dicembre 2025

Il progetto “Orme d’Ombra” fa tappa a Cabras
Municipium

Descrizione

Il Comune di Cabras ha accolto una tappa del progetto “Orme d’Ombra”, il cammino artistico e sociale ideato e portato avanti dall’artivista viandante Rosalba Castelli, che sta percorrendo in solitaria il Cammino 100 Torri: 1200 km, 105 torri, un nastro rosso per ogni donna vittima di femminicidio. Nella tappa cabrarese del viaggio, Rosalba Castelli ha incontrato le classi quarte e quinte delle scuole primarie di Cabras e Solanas, per un laboratorio di dialogo e consapevolezza sul tema del rispetto, del linguaggio, delle emozioni e della prevenzione della violenza.

“La tappa di Orme d’Ombra a Cabras si inserisce nel percorso che come amministrazione portiamo avanti da anni per prevenire la violenza di genere attraverso l’educazione e il coinvolgimento della comunità. La prevenzione richiede continuità: lavorare nelle scuole, sostenere le famiglie, promuovere una cultura del rispetto - ha dichiarato l’Assessora alle Pari Opportunità Laura Celletti - L’incontro con le bambine e i bambini è un tassello fondamentale di questo impegno. Il fiocco rosso dedicato a Daniela Cadeddu è un gesto di memoria che ci ricorda quanto sia urgente proseguire con decisione su questa strada. Vogliamo costruire, insieme, una comunità più consapevole e capace di riconoscere e contrastare ogni forma di violenza contro le donne.”

Il progetto, nato all’interno del percorso nazionale Rosso Indelebile e in collaborazione con la Consigliera di Parità della Provincia di Oristano Martina Dell’Oro, trasforma il cammino in una grande opera collettiva contro la violenza di genere. I nastri rossi, ricamati dalle donne del carcere femminile “Lorusso e Cutugno” di Torino, sono simboli di memoria e responsabilità: ognuno porta il nome di una donna a cui è stato impedito di proseguire il proprio cammino di vita. Un momento pensato per le nuove generazioni, affinché possano riconoscere stereotipi, dinamiche di controllo e forme di “violenza d’ombra”, quella violenza subdola e invisibile che precede spesso gli atti più gravi. Al termine degli incontri, l’artivista si è spostata presso la Torre di San Giovanni di Sinis, luogo simbolico delle identità cabraresi, gestito dalla Fondazione Mont’e Prama, per lasciare un fiocco rosso con il nome di Daniela Cadeddu, vittima di femminicidio. Un gesto semplice ma potentissimo, che integra Cabras nella geografia emozionale e civile del progetto: un’isola che cammina, una comunità che ricorda, un territorio che prende posizione.

“Arrivare a Cabras, in questo tratto finale del cammino, è come posare lo sguardo su un orizzonte che si chiude e si riapre insieme. Dopo quasi cento giorni di passi, di torri, di nomi affidati al vento, Cabras diventa una tappa-soglia: una delle ultime, e per questo una delle più dense. In questi mesi ho incontrato 48 scuole di tutta l’isola – comprese quelle che abbraccerò qui a Cabras – e ogni volta ho visto nascere negli occhi delle bambine, dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze una domanda, un’attenzione, un filo nuovo nella trama della memoria condivisa. Qui, la memoria di Daniela Cadeddu si intreccia a quella delle tante donne che l’isola continua a custodire, con una cura che commuove: è un luogo che non dimentica, che non smette di chiamare per nome. E per me Cabras vibra ancora più forte: è la terra che ha generato Michela Murgia, maestra di vita e di morte, voce che ci ha insegnato a nominare il mondo, a leggere i fenomeni sociali, a trovare le parole per stare nel femminismo, nelle pari opportunità, nella prevenzione della violenza. Venire qui significa tornare a una sorgente. La Sardegna, in questi cento giorni, mi ha mostrato di non voler cancellare niente: ogni comunità ha aggiunto un filo, un gesto, un nome. E così questo cammino è diventato una tessitura collettiva, una memoria che si rialza e respira insieme. Questo è Orme d’ombra: un viaggio che unisce, che ricuce, che restituisce. Un cammino che dice che nessuna storia va lasciata indietro. E che siamo, tutt3, responsabili di ricordare.” – Afferma Rosalba Castelli, artivista viandante e ideatrice di Orme d’ombra, presidente di Artemixia APS ETS.

“La mia partecipazione a Cabras, presso la scuola primaria e successivamente alla Torre di San Giovanni di Sinis per l’iniziativa Orme d’ombra, vuole sottolineare l’importanza di un percorso capace di unire territori e comunità diverse attorno a un obiettivo comune: rafforzare la cultura del rispetto, dell’uguaglianza e della solidarietà. Il lavoro dell'attivista Rosalba Castelli dimostra come l’impegno delle associazioni possa diventare un motore di cambiamento concreto, capace di sensibilizzare le nuove generazioni e di costruire reti di sostegno per le donne e per chiunque viva situazioni di fragilità. Allo stesso tempo, voglio ribadire l’urgenza di contrastare la violenza sulle donne e di promuovere una cultura fondata sul rispetto e sull’uguaglianza. Orme d’ombra ci ricorda che la memoria delle vittime di femminicidio è un atto di responsabilità sociale che deve tradursi in cambiamento culturale e pratiche quotidiane di prevenzione.” – dichiara Martina Dell’Oro, consigliera di parità della Provincia di Oristano.

“Orme d’Ombra è più di un semplice evento: è un gesto di coraggio, memoria e denuncia. Il cammino di Rosalba Castelli lungo le 100 torri, portando con sé i nomi delle donne vittime di femminicidio, rappresenta una potente metafora di un impegno instancabile contro la violenza di genere. La deposizione del fiocco rosso ricamato con il nome di Daniela Cadeddu, avvenuta in un luogo simbolo della nostra storia millenaria, ha rappresentato un momento di intensa e necessaria riflessione collettiva. La tenacia dell’attivista Rosalba Castelli e dell’Associazione Artemixia, dimostra quanto questo cammino sia l’emblema di un potente atto di memoria e di ferma condanna contro la violenza sulle donne. La Torre di San Giovanni di Sinis non rappresenta solo uno sfondo, ma un simbolo attivo. Eventi come ‘Orme d’Ombra’ confermano che il patrimonio archeologico e culturale del nostro territorio è un catalizzatore di valori civili essenziali per il dibattito contemporaneo. La Fondazione Mont’e Prama intende riaffermare con forza il suo ruolo non solo di custode della storia millenaria, ma anche di promotore di inclusione e responsabilità sociale. Tali sinergie dimostrano come la cultura, l'arte e la memoria siano strumenti imprescindibili al servizio della coscienza civile.” – dichiara Anthony Muroni, Presidente della Fondazione Mont'e Prama.

 

Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2025, 09:31

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